Blefaroplastica - Mastoplastica Additiva Roma Dr.Magliocca

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Interventi

BLEFAROPLASTICA

 

L’atrofia dello strato adiposo sottocutaneo ed il progressivo cedimento di tutti i tessuti, specie di quelli sottoposti alla forza di gravità, sono particolarmente evidenti a livello palpebrale. Si determina infatti l’abbassamento del sopracciglio ed un eccesso di cute che, a livello della palpebra superiore, a volte riesce addirittura a limitare l’altezza del campo visivo, mentre determina un aspetto "gualcito" a livello della palpebra inferiore. Il cedimento delle membrane che dividono i vari compartimenti interni alle regioni palpebrali comportano invece la protrusione del grasso contenuto nelle cosiddette "borse", con un conseguente ulteriore appesantimento di tutta la struttura perioculare. L’atrofia dello strato adiposo superficiale e la caduta della guancia invece determinano l’approfondirsi del solco che divide il margine inferiore dell’orbita dalla parete laterale del naso, così determinando un aspetto stanco e senescente comunemente definito con il termine di "occhiaie".
L’intervento deve essere sempre preceduto da una visita oculistica atta ad escludere qualsivoglia patologia od una predispodizione al glaucoma e consiste nella resezione della cute in eccesso. La cicatrice residua rimane nascosta nel solco orbito palpebrale ed è quindi praticamente invisibile. Al di sotto dell’arcata orbitaria, e appena al di sopra dell’angolo interno dell’occhio si reperta con facilità tessuto adiposo in eccesso, che pure viene resecato. Prima di chiudere l’incisione palpebrale, se esiste l’indicazione, si scolla un tunnel sulla superficie del piano osseo fronto-temporale, che ci permette di applicare una sutura con la quale riusciamo a sollevare di qualche millimetro la coda del sopracciglio.
L’Intervento a livello della palpebra inferiore
può prevedere un accesso interno (transcongiuntivale) ed uno esterno (transcutaneo).
Il primo è più usato nelle persone più giovani, nelle quali esiste l’indicazione isolata per la resezione parziale delle borse adipose. Quando invece è indicato ridurre la cute palpebrale inferiore, ovvero quando si voglia sollevare l’angolo esterno dell’occhio o anche trazionare verso l’alto i tessuti posti immediatamente al di sotto dell’arco orbitario inferiore o riempire il solco orbitonasale, in tutti questi casi è più indicato incidere la cute subito al di sotto della linea d’inserimento delle ciglia.

Anche questa cicatrice, pressoché invisibile per tutto il segmento infracigliare, tende nel tempo ad assottigliarsi, per cui il piccolo segmento che oltrepassa l’ angolo esterno dell’ occhio tende a confondersi con le piccole rughe (cosiddette "zampe di gallina") che abitualmente dimorano in quella regione. A volte è indicato od è richiesto correggere l’orientamento dell’occhio. In questi selezionati casi è indicato un intervento di cantopessi che mobilizzando e riposizionando il legamento cantale esterno od il tendine cantale esterno permettono di correggere l’asse dell’occhio (occhio orientale).

Nell’immediato postoperatorio
Il gonfiore e l’ecchimosi sono i fenomeni che, in misura variabile, caratterizzano questa fase. Il dolore, presente nelle prime ore, viene facilmente debellato dai comuni farmaci analgesici.
L’applicazione di impacchi freddi e di prodotti locali specifici, associata all’assunzione di farmaci antinfiammatori, riesce a limitare l’importanza di questi sintomi. Il quadro tende gradualmente a ridursi, tanto che, dopo la prima settimana, eventualmente indossando un paio di occhiali adeguati, l’operato riesce generalmente a riprendere un’attività di tipo sedentario. Un leggero "fondotinta" sugli ultimi residui (ormai "giallastri") nelle aree ecchimotiche, permette un impegno sociale quasi completo dopo le prime due o tre settimane. L’edema (gonfiore) tende a riassorbirsi molto lentamente, per cui il risultato definitivo è apprezzabile dopo almeno 2 o tre mesi.
Come in tutti gli interventi chirurgici l’ematoma e l’infezione (più rara) sono le principali complicanze generiche.
Un’eventuale infezione viene solitamente risolta con una terapia a base di farmaci antibiotici. L’ematoma invece provoca un ritardo di guarigione e, se verificatosi a carico della regione palpebrale inferiore, può portare alla complicanza forse più tipica e più temibile della blefaroplastica inferiore.
Si tratta in pratica di una retrazione dei tessuti palpebrali (per anomala cicatrizzazione o per eccessiva resezione cutanea), che comporta uno slivellamento in basso del margine ciliare (lagoftalmo) ed una conseguente deformazione del disegno oculare (occhio rotondo), con potenziali asimmetrie nel caso che il fenomeno non si manifesti nella stessa misura da entrambi i lati. Per una maggiore tranquillità dei pazienti intenzionati ad operarsi, vale sottolineare che questo tipo di complicanza, seppur abbastanza frequente nella blefaroplastica inferiore, è pur sempre emendabile attraverso modeste manovre chirurgiche eseguibili ambulatoriamente ed in anestesia locale, decisamente meno traumatiche dell’intervento principale.
Il costo dell’intervento è compreso tra i 2500 ed i 4000 euro.

 
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